Pasquale Arciprete – Chiesa e Polis: come costruire la casa comune?

DATA DI PUBBLICAZIONE:

Contributi della Chiesa e della società civile alla edificazione di una comunità
umana solidale e responsabile: criticità, risorse, prospettive

Tavola rotonda e dibattito-laboratorio

Caritas diocesana di Aversa, sabato 27 maggio 2023, ore 9.30 – 12.30

Traccia e modalità di lavoro a cura di Pasquale Arciprete

In questi mesi, la Chiesa italiana è impegnata nelle attività del secondo anno del percorso sinodale. Alle chiese locali è stato consegnato un Documento dal titolo I cantieri di Betania il quale costituisce, secondo le parole del Presidente della CEI Cardinale Zuppi, «una grande opportunità per aprirsi ai tanti ‘mondi’ che guardano con curiosità, attenzione e speranza al Vangelo di Gesù».
Eupolis (Associazione di promozione sociale e culturale che dal 2014 opera nella Diocesi di Aversa come scuola di formazione all’impegno sociale e politico) e la federazione regionale campana del MoVI (Movimento di Volontariato Italiano) sono attualmente impegnati, in stretta collaborazione, in un Progetto POR denominato Dalla terra promessa alla Terra permessa, finalizzato alla promozione di cittadinanza attiva e all’irrobustimento di legami solidaristici e fraterni.
È loro comune convinzione che la Chiesa sia oggi chiamata a esercitare un importante ruolo propulsivo di incentivazione di autentica promozione umana e di democrazia sostanziale, ed è a lei che spetta compito e missione di cogliere le domande emancipative provenienti dagli abitanti di Terra di Lavoro valorizzandole in ottica universalistica, solidaristica e fraterna. In questo senso, i “Cantieri di Betania”
andrebbero valorizzati in una prospettiva di concreta efficacia politica e di capacità di confrontarsi e dialogare con l’autorità politica terrena, cui ovviamente continuano a competere le scelte decisionali.


Insomma, Chiesa e Polis, seppur con prospettive, ruoli e motivazioni differenti, sono chiamate a costruire una casa comune per tutti, ma in particolare a misura e al passo degli ultimi, di coloro che non hanno voce, delle persone più deboli della società. Tali prospettive di azione – e in particolare l’opzione preferenziale a favore degli ultimi e degli emarginati dai principali processi decisionali – oggi sembrano messe in discussione sia nei fondamenti che nella loro percorribilità pratica. Fondamentale domanda politico-sociale che si impone oggi è questa: “come riavviare percorsi di partecipazione, di inclusione, di solidarietà umana rimettendosi tutti al passo di chi fa più fatica?”.

Su questi temi, abbiamo deciso di aprire una discussione che si fondi e faccia forte degli apporti dei seguenti interlocutori:

a) due pastori della Chiesa, i quali, a partire dalla propria prospettiva di osservazione sono in grado di delineare possibili scenari di speranza e di liberazione cui essi stessi anelano come responsabili di comunità umane;
b) due responsabili laici dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro di diocesi locali, organo già da tempo esistente e attivo ma che sconta spesso difficoltà di tenersi al passo coi tempi ed essere riconosciuto da enti e istituzioni secolari;
c) tre professionisti e cittadini impegnati sia nella Chiesa che nella comunità civile in campi diversi ma complementari: legalità e valorizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata; impegno politico-amministrativo diretto; promozione di imprenditorialità e innovazione sociale.
A loro proporremo un paio domande-questioni e sulle loro risposte i presenti sono invitati a riflettere e, se ritengono, a offrire i loro personali contributi alla discussione.