di Angela Santonastaso
«Il sinodo, non vuole dare risposte!». Con queste parole di Mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del Cammino Sinodale, è iniziata la Prima Assemblea nazionale del Sinodo delle Chiese in Italia tenutasi a Roma, nella Basilica di San Paolo fuori le mura, dal 15 al 17 Novembre. Giorni intensi, ma determinanti, per le prossime assemblee diocesane che richiedono ancora una volta la partecipazione di tutti: laici e clero uniti per una Chiesa missionaria. La volontà di papa Francesco infatti, è quella di riattivare le prospettive conciliari che, da tanto tempo, si sono assopite: comunione, partecipazione e missione che oggi si racchiudono nell’espressione “sinodalità” eliminando la netta distinzione tra attività missionaria e attività pastorale, la prima rivolta solo alle genti, la seconda che riguarda solo le comunità già evangelizzate finendo per perdere le comunità e le genti. Ecco spiegato il significato del perché il Sinodo non vuole dare risposte ma riattivare una mentalità disposta alla cura e alla comunione, per formare uomini e donne capaci di osare, di saper stare nel mondo ma offrendo orizzonti nuovi a cuori arrendevoli.
Non a caso il biennio 2021 – 2023 aperto con la fase narrativa, di ascolto nelle varie diocesi, ha raccolto tantissime esperienze e proposte di tutti coloro che si sono sentiti finalmente coinvolti. Nella fase sapienziale dal 2023 al 2024 sono state approfondite le proposte della fase narrativa. Da queste risultava che i temi sui quali le nostre Chiese si erano concentrate a partire dalle indicazioni diocesane dei Vescovi e dal lavoro del Comitato del Cammino Sinodale non riguardavano solo qualche ambito stabilito ma condizioni di possibilità perché la Chiesa sognata nel biennio precedente potesse diventare più evangelica.
L’ultima fase è quella profetica che intende giungere ad assumere decisioni da consegnare alle Chiese in Italia in vista della loro ricezione. Ecco quindi che attraverso la logica della piramide dal basso, non si è partiti dai documenti magisteriali ma piuttosto dall’ascolto. In questo primo appuntamento nazionale, l’Assemblea si è aperta tenendo presenti i Lineamenti nati dall’ascoltato delle comunità diocesane e frutto del discernimento avvenuto in questi tre anni tenendo conto degli apporti offerti dalla 79° Assemblea Generale della CEI, raccolti e discussi dal Comitato sinodale e dalla Presidenza della CEI, e approvati dal Consiglio Episcopale Permanete. I Lineamenti hanno proposto alcune traiettorie che sono state oggetto di confronto nell’ambito dei tavoli sinodali dove, i delegati diocesani con i presbiteri e i vescovi si sono confrontati apportando modifiche al fine di facilitare il lavoro nelle comunità locali. Come detto da Mons. Castellucci, «l’esperienza sinodale deve incidersi in maniera indelebile nelle nostre Chiese: stili e prassi sinodali sono e saranno i frutti più significativi di questo Cammino», in questo modo è possibile costruire ponti di fratellanza che – come più volte affermato dal card. Matteo Zuppi – possano permettere ed esprimere il camminare insieme con «i tanti mendicanti di vita che incontriamo, tutti fragili, anche se lo dimentichiamo».