Marianna Pignata – Relazione sul convegno “Enti religiosi, solidarietà e tutela del creato”

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Il 10 ottobre, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Interdiocesano “Ss. Apostoli Pietro e Paolo” si è tenuto – nell’ambito della seconda edizione del “Festival Laudato sì” – che ha visto il coinvolgimento della diocesi di Caserta e dell’arcidiocesi di Capua, un Seminario di studi su “Enti religiosi, solidarietà e tutela del creato”. In quell’occasione è stato presentato il Centro di ricerca universitario – Osservatorio su Enti religiosi, patrimonio ecclesiastico e organizzazioni non profit, promosso dall’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. 

Dopo i saluti istituzionali del Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, Don Guido Cumerlato, del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, prof. Raffaele Picaro, e il saluto di Mons. Pietro Lagnese, Vescovo di Caserta e Arcivescovo di Capua, i lavori sono stati introdotti dal prof. Antonio Fuccillo, Ordinario di diritto ecclesiastico presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e Direttore dell’Osservatorio, che ha evidenziato come lo sfruttamento eccessivo delle risorse, i repentini cambiamenti climatici, la penuria di risorse abbiano spinto le religioni ad avviare una riflessione sulla tutela del Creato. In realtà, non si è trattato di individuare soluzioni nuove ma semplicemente di rileggere le fonti religiose che pongono particolare enfasi sulla tutela della “Casa comune”. Già Giovanni Paolo II nella lettera enciclica Centesimus Annus (1991) riferisce dell’esistenza di una vera e propria “questione ecologica” e, successivamente, della necessità di una “conversione ambientale” individuale. È poi, con Benedetto XVI e l’enciclica Caritas in Veritate (2009) che le problematiche ambientali trovano un ‘consolidamento strutturale’, mentre con la Lettera enciclica Laudato si’ di Francesco viene ampliato lo spettro semantico del concetto di Ecologia integrale attraverso un percorso che ne arricchisce il contenuto introducendo le varianti dell’Ecologia ambientale, economica e sociale, dell’Ecologia culturale e dell’Ecologia della vita quotidiana. Si concretizza in tal modo l’impegno magisteriale per l’ambiente in un contesto nel quale i mutamenti climatici, l’inquinamento, la cultura dello scarto, il fondamentale tema dell’acqua e quello della tutela degli altri beni comuni hanno reso impossibile non assumere una posizione netta su tali questioni. I precetti religiosi ambientali assumono una grande rilevanza nella tutela del Creato. Com’è noto, infatti, le religioni incidono sulle scelte dei fedeli, sollecitando la trasformazione “dal basso” delle coscienze individuali, attraverso l’implementazione di atteggiamenti più attenti ai valori ambientali. Secondo il Pew Research Center, l’84% della popolazione mondiale si identifica con un gruppo religioso. Ne consegue che le religioni possono diventare un grande alleato nella tutela dell’ambiente.

In questo contesto, un ruolo centrale è certamente svolto dagli enti religiosi che, com’è noto, svolgono una pluralità di attività, incluso quelle volte a tutelare la creazione divina.

Successivamente, il prof. Raffaele Santoro, Associato di diritto ecclesiastico ha sottolineato come gli enti religiosi svolgono da sempre un importante ruolo sociale. Le attività caritative che essi esercitano rappresentano un fattore strutturale per la costruzione di una società democratica e solidale. La riforma del Terzo Settore (d.lgs. 3 luglio 2017, n. 112 e 117) ha espressamente previsto il coinvolgimento degli enti religiosi tra i soggetti deputati alle attività di interesse generale. Tra queste, ad esempio, è annoverata l’attività di accoglienza umanitaria ed integrazione sociale dei migranti. Questo intervento legislativo ha ampliato il raggio di azione degli enti religiosi, le cui attività di apostolato, caritative e di beneficenza possono produrre effetti sia in ambito confessionale che statale e partecipare alla promozione della giustizia sociale, che è il fattore fondativo di una democrazia piena e solidale.

Dopo i due interventi introduttivi, è seguita le relazioni di Don Gianmichele Marotta, Direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della Diocesi di Caserta, e Docente di Teologia morale ed Etica sociale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose che, con la professoressa Marianna Pignata, Associata di Storia del diritto medievale e moderno,  e il prof. Francesco Sorvillo, Associato di diritto ecclesiastico, hanno affrontato il tema della tutela dell’ambiente che rappresenta una delle concrete modalità di esercizio del principio di leale collaborazione tra Stato e Chiesa cattolica “per la promozione dell’uomo e il bene del paese”. È emerso quanto sia necessario uno sforzo comune a tutela del creato e di come già gli enti religiosi e gli enti del Terzo settore si impegnino assiduamente per tradurre tali valori in programmi concreti.

Il pomeriggio si è concluso con l’intervento della dottoressa Miriam Abu Salem, Ricercatrice di diritto ecclesiastico, che ha presentato l’Osservatorio su “Enti religiosi, patrimonio ecclesiastico e organizzazioni non profit”. L’Osservatorio è un centro autonomo di ricerca istituito presso l’università della Campania “Luigi Vanvitelli” e rappresenta un unicum nel panorama nazionale. Sarà infatti il primo centro di ricerca a realizzare il monitoraggio completo delle attività degli enti religiosi. L’Osservatorio intenderà promuovere lo sviluppo della ricerca di base e applicata in materia di enti, favorire la circolazione dei risultati e collaborare attivamente con altre Università, enti di ricerca e operatori del settore. L’Osservatorio opererà su due profili: ricerca scientifica, tramite la raccolta e la divulgazione di dati utili anche allo sviluppo delle attività degli enti religiosi; – attività di assistenza e di consulenza agli operatori del settore, al fine di reperire risorse per le attività di ricerca.

Relazione a cura della Prof. Marianna Pignata