Vittorio Cumerlato – Sinodalità come partecipazione: riflessione sul pensiero del Wojtyla

La sinodalità produce realmente partecipazione tra i membri di una comunità oppure è la partecipazione ad essere garanzia di una vera sinodalità? È necessario, in altri termini, educarsi al prendere parte per fare veramente sinodalità, o la prassi sinodale è sufficiente a renderci partecipi? Di certo è palese
a tutti che la massa anche se concorde non genera comunione. Vox populi in questo caso non è vox Dei. Gli scritti del Wojtyła sono illuminanti su questo aspetto. Sono chiaramente scaturiti come palese provocazione in un contesto
sociopolitico nel quale la massificazione mirava a produrre coscienza sociale, consenso e partecipazione, ma tradiva uno sguardo antropologico ferito da una
visione ideologica dell’uomo e della storia. Ho pensato, pertanto, di riprendere alcune sue riflessioni per dare, attraverso la lettura di alcuni brani di letteratura ed altri dagli scritti di filosofia, un contributo al tema della sinodalità, al fine di
introdurci al suo modo di sentire e vivere la comunione, e per trovare nella sua riflessione uno stimolo al percorso ecclesiale che stiamo vivendo.

Nora Macabasag – Figli di un solo Padre

La desertificazione ecologica è una delle emergenze dei nostri giorni, frutto dei cambiamenti climatici in corso. Allo stesso tempo, è icona di un fenomeno che investe i rapporti sociali e perfino le relazioni all’interno della Chiesa. La causa di questo processo di desertificazione delle relazioni sembra essere l’incapacità di entrare in dialogo con l’altro. Il Sinodo rappresenta, nei metodi, nei processi, nei contenuti un’occasione per ripensare la grammatica delle relazioni, rimettendo al centro l’altro. È anche
l’occasione per la Chiesa a ripensarsi come una famiglia che non allontana i propri membri, ma cerca di accoglierli e farli sentire a casa. Questa dimensione di familiarità è presente anche nella famosa storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe. Il capitolo 37 prepara e inscena il dramma di una famiglia che si sfalda per un malinteso senso di amore che porta invidia, divisione, morte. Proprio per questo diventa un monito per il lettore e per la Chiesa: la mancanza di dialogo, infatti, costruisce rapporti non più all’insegna della pace, ma dell’odio.