Call for Papers 2024
Call for Papers
«CHE COSA È MAI L’UOMO, PERCHÉ TE NE CURI?» (Sal 8,5)
La cura dell’umano come segno di speranza
Nell’esperienza umana ci sono cose essenziali e irrinunciabili. La cura rientra
nell’ordine di queste cose, perché per dare forma al nostro essere possibile dobbiamo aver
cura di noi, degli altri e del mondo. Se con il termine cura indichiamo quella pratica
relazionale che si manifesta nel prendersi a cuore, preoccuparsi, avere premura, dedicarsi
a qualcuno o qualcosa, allora si può dire che per la vita, sovente fragile e vulnerabile, la
cura è cosa essenziale e irrinunciabile, poiché senza di essa non potrebbe fiorire.
Luigi Mozzillo – Giuseppe Centore, cosmografia di un capuano cantore di Dio e dell’uomo
Questo studio costituisce, probabilmente, la prima retrospettiva completa sull’opera di don Giuseppe Centore, teologo, filosofo e poeta capuano, dopo la sua scomparsa, avvenuta l’11 settembre scorso. Ripercorrendo le tappe di un lungo, complesso e articolato percorso umano e intellettuale, l’autore offre una ricostruzione coerente di temi e motivi che hanno caratterizzato lo sviluppo del pensiero di Centore, intrecciato indissolubilmente con la tradizione storica e spirituale della «capuana civitas», eppure sempre attento ai segni dei tempi e alla vita della Chiesa universale.
Antonello Giannotti – La dimensione sinodale della Catechesi
La sinodalità ha accompagnato la Chiesa sin dalla sua nascita e ne ha rappresentato il modus agendi. Non poteva che essere così, atteso che i Vangeli sono racconti di sinodalità, di cammino insieme, di cammino alla ricerca dell’altro. Ai giorni nostri, la sinodalità, sotto la potente spinta del Concilio Vaticano II, rappresenta lo specifico modus vivendi et operandi della Chiesa Popolo di Dio e di ogni singolo suo membro. Termini come collegialità, dialogo, ascolto assumono un carattere centrale nel modo di essere di chi vuole seguire Gesù. L’evoluzione del concetto di sinodalità è del tutto parallelo alla evoluzione del concetto di catechesi, compito primario della Chiesa per espressa volontà di Gesù, tanto che la catechesi ha assunto il volto di una evangelizzazione mirata. Questo, grazie anche a Papa Francesco, il quale, più volte ha ribadito che la catechesi deve essere Kerigmatica. Infatti, Il kerigma reca in sé una forza dirompente: quando lo si incontra, non lo si può tenere per sé, non lo si può nascondere. Ne deriva un processo catechetico che tende soprattutto a favorire l’incontro con Gesù, che avviene nell’accompagnamento. Dunque un profondo cambiamento nel metodo e nei contenuti, nel modo di approcciare la personalità del formando; metodo che s’incentra su empatia, testimonianza, ascolto del bisogno: caratteri del tutto analoghi a quelli dell’agire sinodale.
Vincenzo Gallorano – Camminare insieme come compagni di viaggio
Il presente articolo mira a studiare la prassi sinodale della Chiesa dei primi secoli, a partire dal particolare contesto storico-politico che i Padri della Chiesa si trovavano a vivere. Si è ipotizzato come alcune prassi amministrative proprie delle città ellenistiche, quali la prossenia o il ricorso alla magistratura straniera, fossero ben note ai Padri e, quindi sotto certi aspetti, potessero assurgere a modello delle relazioni fra le varie comunità ecclesiastiche. Tuttavia, il vero modello della sinodalità della Chiesa antica risulta essere la particolare relazione intratrinitaria. Sono le relazioni tra le tre persone della Trinità che offrono ai Padri l’esigenza, sempre più urgente, di vivere in unione con le altre Chiese fino a formare una fede condivisa e, all’occorrenza, da difendere.
Girolamo Dal Maso – Un corpo tra passione e riforma. La fabula mistica di Caterina da Siena
Partendo da alcune riflessioni di Michel de Certeau sulla spiritualità moderna, si analizza un “graphic novel” su s. Caterina da Siena, prestando attenzione alla rilevanza teologica del modo in cui viene elaborato il materiale visuale e narrativo. Attraverso il confronto con un artista multimediale italiano contemporaneo (Luca Tanzini) si evidenziano alcuni tratti ancora attuali dell’esperienza della terziaria domenicana in riferimento alla riforma ecclesiale: la figura del selvaggio che esce dai canoni classici, l’importanza della corporeità (il corpo della santa e quello della chiesa simboleggiano nella messa alla prova), la dimensione affettiva e quella orante tra raccoglimento e missione, i tratti di una femminilità insieme disciplinata e libera, la tensione tra passione e azione. Questo saggio intende anche mostrare l’utilità e la duttilità degli strumenti ermeneutici elaborati da de Certeau in una prospettiva interdisciplinare insieme raffinata e stimolante di sorprendente attualità.
Michele Manfuso – Aspetti giuridici della sinodalità e del cammino sinodale delle chiese in Italia
Il ruolo del Diritto Canonico, mai come in questo tempo della Chiesa, può essere non solo utile, ma anche rivelatore. Ciò è particolarmente chiaro nei nuovi processi sinodali in atto, dove la dimensione giuridica, seppur non volutamente costitutiva, assume un ruolo di sostegno e di chiarificazione del ruolo del popolo di Dio nella dinamica decisionale a favore del bene ecclesiale. Questo breve contributo vuole dimostrare in che modo una struttura normativa può favorire l’integrazione della sinodalità nella Chiesa come stile, sottolineandone anche le criticità. Infine si propone una breve analisi del cammino delle Chiese in Italia, con una proposta finale che lascia spazio a riflessioni successive.
Antonio Ianniello – La sacralità di un territorio: dal mito al culto
Testo della relazione tenuta dal prof. Ianniello il 15 maggio 2023, a Capua, presso l’aula magna dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Ss Pietro e Paolo” della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, nel corso della presentazione del volume curato da F. DUONNOLO e B. MARELLO, MaDonne. Madre e vita in Terra di Lavoro, editori Paparo, Roma-Napoli 2022.
Giadio De Biasio – Nessuna Guerra in nome di Dio
Dinanzi alla «terza guerra mondiale a pezzi» stigmatizzata da Papa Francesco e all’escalation del conflitto tra Israele e Palestina, si rende urgente il monito verso i teologi di altre confessioni religiose, affinché assumano rigorosamente il compito di annunciare il loro Dio come dio per la pace. In questo contributo, in prospettiva cattolica, è stato presentato il postulato teologico della pace fraterna, sintetizzabile nella frase: «nessuna guerra in nome di Dio». Tale postulato, già riscontrabile in Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, è stato investigato nel magistero di Papa Francesco, in cui emerge in modo ricorrente la denuncia contro ogni uso strumentale del “nome di Dio” per finalità belliche o terroristiche. La posizione netta e profetica del Santo Padre consente un fecondo rapporto dialogico con altre confessioni religiose, in particolare con l’Islam, nella chiara consapevolezza che la fede comune nel Dio Creatore possa sostenere l’impegno per una fratellanza umana, orientata alla pace mondiale e alla convivenza comune.
Maria Rosaria Romano – Nuovi spunti per una sinodalità condivisa nel cantiere della discussione bioetica
Raccogliendo l’indicazione di papa Francesco che, con i suoi testi, le sue parole e i suoi gesti, va riproponendo e rilanciando la necessità, per la Chiesa cattolica, di essere una comunità in atteggiamento e cammino sinodale, ci si propone l’obiettivo di enucleare dei peculiari atteggiamenti teologici e bioetici, che siano in grado, come viene auspicato, di conferire “forma” spirituale e pastorale al processo sinodale in corso. La domanda di fondo è: quali atteggiamenti privilegiare nel dibattito inevitabile, a volte controverso, tra prospettive bioetiche diverse e, talvolta, alternative? Il ripensamento della categoria di “cammino comune” potrebbe aprire nuovi scenari di discussione tra ottiche bioetiche fino ad oggi rivali.
Pasquale Arciprete – Sinodalità e ISSRI “Ss. Apostoli Pietro e Paolo” di Capua
In tempo di Sinodo, è forse opportuno porre in proficuo dialogo tra loro le linee-guida del Documento preparatorio e lo spirito che anima la vita delle comunità ecclesiali in cui quotidianamente si svolge la propria esistenza di christifideles (in questo caso, l’ISSR inter-diocesano “Ss. Apostoli Pietro e Paolo” di Capua), così da verificare se e fino a che punto quelle linee risultano “incarnate” nel vissuto spirituale-esistenziale della comunità credente e se e in che modo sono indirizzate a rispondere a concrete istanze di liberazione-salvezza degli uomini che vivono in Terra di Lavoro.